Studio e contatti

Il Prof. Monfrecola riceve previo appuntamento telefonico presso il suo Studio.


Sant'Agnello (NA)

Dove parcheggiare?

Il parcheggio più vicino è quello del supermercato SISA, che è pubblico e accessibile a tutti, e si trova in Via Balsamo Agnello.
Dopo aver parcheggiato l'auto, è possibile raggiungere lo Studio mediante il passaggio pedonale che dal parcheggio conduce di fronte a Via San Giuseppe.
Vedi indicazioni stradali in Google Maps.

Chi sono

Mi sono specializzato in Dermatologia oltre 40 anni fa.
Dal 1980 al 2017 ho lavorato presso l’Università di Napoli Federico II dapprima come Ricercatore, poi come Professore Associato ed infine come
Professore Ordinario.
Dal 2003 sono stato Primario di Unità Operativa Complessa di Dermatologia dell’AOU Federico II (Napoli).
Per 14 anni sono stato Direttore della Scuola di Specializzazione in Dermatologia e Venereologia dell’Università di Napoli Federico II.
Sono stato Presidente della Società Italiana di Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse (SIDeMaST).


Leggi curriculum vitae

Attività dello studio

Valutazione dei nei mediante video microscopia e diagnosi di sospetto del melanoma cutaneo.

Diagnosi dei tumori cutanei (basalioma, spinalioma, cheratoacantoma), cheratosi attiniche.

Trattamento di lesioni benigne quali: cheratosi seborroiche, fibromi penduli, angiomi rubino e aracneiformi.

Diagnosi videomicroscopica e cura di malattie dei capelli (alopecia areata, alopecia androgenetica, lichen plano-pilare, micosi del cuoio capelluto.

Malattie delle unghie micotiche e di altra origine.

Trattamento di verruche e molluschi contagiosi.

Diagnosi e cura di malattie cutanee infiammatorie: acne, rosacea, psoriasi, idrosadenite suppurativa, dermatite atopica, dermatite seborroica.

Malattie cutanee tipiche dell’infanzia come eritema da pannolino.

Diagnosi e cura di micosi superficiali, malattie batteriche cutanee (impetigine contagiosa, follicolite, foruncolosi) e malattie parassitarie (acariasi, pediculosi, ftiriasi).

Dermatite da contatto, dermatite atopica, e reazioni orticarioidi e da farmaco.

Diagnosi e cura di condizioni cutanee indotte dalla luce solare: fotosensibilità da farmaci, fotoinvecchiamento.

Diagnosi e cura di macchie cutanee (melasma, lentiggini senili, vitiligine).

Diagnosi e cura di verruche genitali (condilomi acuminati), balanopostiti, malattie cutanee dei genitali esterni. Malattie a trasmissione sessuale.

Trattamento di alcuni tumori, cisti sebacee, xantelasmi palpebrali, macchie iperpigmentate, tatuaggi, smagliature, adiposità localizzate, rimodellamento palpebrale, fotoinvecchiamento, cicatrici post-acneiche, ulcere cutanee, rughe (filler, botulino, fili di trazione, radiofrequenza), carbossiterapia, si rinvia ai seguenti link: @monfrecola_chirurgia_plastica e @studiomonfrecola.

Le false convinzioni
in ambito dermatologico

I falsi miti sull’ACNE

  • L’acne non è dovuta ad alimentazione ricca di cibi grassi, fritture, cioccolata.
  • L’acne nella donna non è dovuta ad alterazioni ormonali.
  • L’acne non è infettiva
  • L’acne colpisce solo in età puberale.
  • I cosmetici aggravano l’acne e il Sole la fa migliorare.
  • Dopo la cura l’acne deve guarire per sempre.
Da dove nascono queste errate convinzioni?

Innanzitutto, perché una persona vede comparire l’acne? Colpisce chi è predisposto geneticamente ad essa.

  • Non bisogna confondere quindi i fattori predisponenti (genetici) con fattori aggravanti: una dieta ipercalorica e/o iperproteica possono rendere più infiammate le manifestazioni acneiche ma una dieta restrittiva non porta alla scomparsa dell’acne. Ragazze o ragazzi sovrappeso possono avere tipi di acne più gravi o resistenti: in questi casi è consigliabile un regime dietetico finalizzato alla diminuzione del grasso corporeo. Alcuni studi evidenziano un’influenza negativa sull’acne in persone che fanno un notevole consumo di latte.
  • L’acne compare intorno alla pubertà ed è più infiammata in corrispondenza del ciclo mestruale. Ciò porta erroneamente a ritenere che nelle ragazze l’acne sia legata a modificazioni degli ormoni sessuali (ovarici o surrenalici). L’impiego della pillola anticoncezionale come rimedio per curare l’acne non è utile. A parte la riflessione che l’acne colpisce in eguale misura donne e uomini, una disfunzione ormonale si accompagnerebbe, oltre all’acne, ad altri segni: assenza o marcate alterazioni del ciclo, diradamento dei capelli, notevole peluria, aumento di peso e distribuzione particolare del grasso sottocutaneo, smagliature. E’ solo in queste situazioni (iperandrogenismo) che sarà opportuno fare esami sia del sangue che ecografici.
  • Il pus contenuto nelle pustole acneiche non è infettivo. La manipolazione delle pustole non provoca la diffusione dell’acne ma solo una maggiore infiammazione.
  • L’acne può colpire un arco di vita che va dai 10-11 anni fino a oltre i 30 anni. La maggior parte dei casi si concentra fra i 15 e 30 anni. Esiste un’acne tardiva (soprattutto delle donne) che può superare i 35 anni.
  • Utilizzare solo cosmetici formulati per pelli acneiche. Usare “idratanti” molto grassi o coprenti in maniera eccessiva fa peggiorare l’acne e inficia l’azione terapeutica. Il Sole maschera con l’abbronzatura i segni dell’acne ma può favorire la formazione di comedoni: infatti l’acne diventa evidente subito dopo l’estate.
  • Si è detto che l’acne è dovuta ad una predisposizione genetica, quindi durerà il tempo che è geneticamente programmato. Ciò significa che, una volta ottenuto il risultato di aver ridotto le sue manifestazioni cutanee, bisogna assolutamente fare una cura di mantenimento. Se alla remissione dopo il trattamento iniziale si sospende ogni cura (pensando di essere “guariti”), l’acne ricomparirà in pochi mesi.
Conclusioni:

L’acne può essere tenuta efficacemente sotto controllo purchè non si attui il “fai da te” o si seguano i consigli di persone amiche o non qualificate (spesso con interessi commerciali). Si sentono cose prive di scientificità (es. l’applicazione di dentifricio sull’acne) o dannose. Il Dermatologo deve capire tipo e gravità dell’acne, periodo dell’anno, fattori aggravanti e, in base a questo consigliare la cura più opportuna secondo le linee guida da adattare secondo i casi.

I falsi miti sui NEI

  • E’ pericoloso asportare i nei.
  • I nei rilevati sulla cute sono più pericolosi.
  • Se un neo viene traumatizzato e sanguina si trasforma in un melanoma.
  • I nei devono essere protetti da creme solari uno per uno.

Innanzitutto non bisogna pensare che i melanomi originino sempre e solo da nei preesistenti. La gran parte dei melanomi nasce su cute normale in assenza di un neo precedente. La convinzione errata è quella secondo cui il neo sia un precursore obbligato di melanoma.

Da dove nascono queste errate convinzioni?
  • L’idea che l’asportazione di un neo abbia generato un melanoma nasce dal fatto che, in passato, la popolazione non aveva coscienza dell’esistenza di un tumore, il melanoma, che somiglia a un neo ma è composto da cellule (melanociti) trasformate, cioè tumorali. Accadeva che un melanoma iniziale venisse interpretato dalla persona come un nuovo neo e quindi non sottoposto ad un esame medico. Nel tempo il melanoma cresceva fino a che il paziente, notando che il presupposto “neo” era diventato diverso dagli altri, no si rivolgeva al dermatologo che, sospettando un melanoma, ne consigliava l’escissione. Ricostruiamo il tutto: il paziente pensava a un neo, il dermatologo ne consigliava l’asportazione, il referto istologico deponeva per melanoma (con tutto ciò che ne veniva per la diagnosi di un tumore maligno) e……paziente/parenti del paziente/conoscenti del paziente ne traevano l’errata conclusione che fosse stata l’escissione a far sì che il “neo” si fosse trasformato in un melanoma.  Anche in tempi più recenti, questa errata convinzione continua a ritardare la diagnosi e ciò espone a maggiori rischi. Di fronte a una macchia pigmentata che non presenta tutte le caratteristiche che permettano al dermatologo di classificarla con ragionevole certezza fra i nei, l’unica via indicata dalle linee guida è l’escissione con relativo esame istologico.

Un neo che viene escisso e diagnosticato tale, non può generare (una volta escisso) un melanoma.

  • Nei in rilievo attraggono maggiormente l’attenzione dei pazienti ma nella stragrande maggioranza dei casi sono assolutamente benigni. Ovviamente sarà compito del Dermatologo capire se si tratta di nevi, cheratosi seborroiche o neoplasie epiteliali (tipo carcinoma basocellulare pigmentato). Ricordiamo poi che il melanoma ha inizialmente una crescita (cosiddetta) radiale: cioè si ingrandisce centrifugamente in superficie per poi ispessirsi.
  • Se un neo viene traumatizzato (rasatura, depilazione, sfregamento, graffio, caduta etc.) non bisogna trarne l’errata conclusione che si potrà trasformare in un melanoma. Basterà disinfettare e aspettare che guarisca. Da dove è nata la convinzione che il sanguinamento possa essere indice di presenza del melanoma? In passato, si è già detto, vasti strati di popolazione non erano a conoscenza del melanoma e pertanto si recavano dal medico quando, dopo anni di crescita, il tumore si ulcerava e sanguinava (sanguinamento spontaneo, non da trauma!!): poi si riceveva la diagnosi di melanoma e allora si arrivava alla errata conclusione che……il “neo” aveva sanguinato e si era trasformato in melanoma.
  • Il Sole è in grado di provocare mutazioni cellulari, che se non riparate, possono (con altri fattori in gioco) determinare l’insorgenza di tumori. Per il melanoma ci sono dati epidemiologici che evidenzierebbero il ruolo giocato da intense e saltuarie scottature solari in età pediatrica. E’ verosimile ci siano anche altri fattori lesivi non ancora individuati. Si è già detto che la gran parte dei melanomi insorge su cute libera da un neo preesistente. Quindi proteggere dal Sole i nei applicando su ognuno di essi della crema solare non offre vantaggi in termini preventivi. I prodotti fotoprotettivi vanno applicati uniformemente su tutta la superficie corporea scoperta, l’applicazione va ripetuta. Particolare attenzione: evitare scottature dei bambini.

Video dal web